Le discussioni sulle tematiche riguardanti i vaccini, la pandemia e i lockdown sono ormai sulla bocca di tutti e ognuno si è fatto una sua opinione. Si va dai negazionisti talebani ai sostenitori delle misure più estreme. In mezzo una marea di posizioni intermedie più o meno spostate verso un estremo o l’altro. Governare un paese in queste condizioni è difficilissimo, perché troppo distanti sono le posizioni delle varie coscienze su temi così sensibili e così strettamente correlati alla libertà dell’individuo e alla sua stessa vita.
Chi ci governa ha cercato di trovare una sintesi di tutte queste posizioni attribuendo alle diverse regioni una varietà di colori, dal bianco al giallo, all’arancione, all’arancione scuro, all’arancione rinforzato, fino al rosso. Non voglio entrare nel merito del dibattito su questi colori, solo evidenziare una mia grande perplessità: perché è stato abolito il colore giallo per il mese di aprile? Perché non consentire a regioni che hanno i requisiti per stare in zona gialla di starvi? Perché obbligare chi ha dei numeri da zona gialla a stare in zona arancione? Se è stato fatto uno sforzo per individuare diversi colori associati a diversi parametri, perché non consentire a chi è dentro i parametri di un colore di starvi? Non metto in discussione i vari colori, non ho le competenze scientifiche per farlo, ma se chi ha le competenze ha stabilito dei parametri oggettivi per dividere le varie fasce, perché chi ha i parametri di una fascia è obbligato a stare nello stesso colore di chi ha parametri nettamente peggiori? Perché obbligare tante famiglie a sacrifici economici enormi quando i requisiti forniti dal comitato tecnico scientifico consentirebbero di stare in una condizione migliore? Non riesco proprio a capire.